In quali modi è possibile dar valore ad una moneta?
Tralasciando le monete con valore intrinseco (monete d’oro, d’argento e di altri metalli preziosi) ci troviamo nella situazione di dover dare valore ad una moneta che inizialmente, all’atto della sua creazione, non ne ha. Difatti, l’atto di volontà attraverso il quale creiamo moneta non è sufficiente a darle valore economico. Occorre dell’altro.
Fondamentalmente vi sono 3 modi di dare valore ad una moneta.
1. La moneta come strumento monetario in Economia
Il primo modo consiste nell’assegnare alla moneta un valore convenzionale determinato, preciso e stabile nel tempo. Tale valore viene in genere assegnato al momento della sua emissione e, in concreto, rappresenta e quantifica la capacità (o potere) d’acquisto che le vogliamo conferire.
Una moneta ideale dovrebbe mantenere una stabilità in termini di potere d’acquisto, quindi una stabilità dei prezzi di prodotti e servizi.
La politica monetaria della BCE nei confronti dell’Euro è invece impostata, come obiettivo, su una continua diminuzione del potere d’acquisto pari (o intorno) al 2% annuo.
Il tipo di moneta il cui valore viene assegnato arbitrariamente va anche sotto il nome di moneta fiduciaria, poichè chi la accetta ha fiducia in chi la crea e gestisce, nonostante tale moneta non abbia alcun valore intrinseco di per sé se non la certificazione della banca che l’ha emessa, la quale si impegna a fare da garante.
In realtà la moneta fiduciaria, creata ed emessa dalle banche centrali, è al tempo stesso anche moneta legale, cioè è imposta per legge in modo forzoso dallo Stato obbligando quindi ogni cittadino residente ad accettarla e utilizzarla come moneta validata dallo Stato. Per questo motivo viene anche definita moneta a corso forzoso. Tuttavia è comunque la fiducia che noi riponiamo a far sì che ciascuno sia ben disposto ad accettare questo tipo di moneta poichè, nel farlo, ne accettiamo il valore sovraimpresso, deciso convenzionalmente, e ne riconosciamo quindi la validità e il valore dichiarati, in termini di potere d’acquisto.
Nella realtà una moneta a corso legale, (le cosiddette valute fiat) il cui valore e prezzo viene convenzionalmente stabilito e fissato in maniera immutabile non esiste. Esistono monete a corso legale fortemente stabilizzate e utilizzate dalla stragrande maggioranza delle persone come strumento monetario da spendere nell’Economia. Al contempo, queste monete vengono scambiate sui mercati finanziari, per cui risentiranno anche, seppur in minima parte, di andamenti fluttuanti secondo le leggi della domanda e dell’offerta, decisi dagli operatori dei mercati finanziari. La speculazione sulla differenza di prezzo è quindi possibile anche per le valute fiat, tuttavia prevale l’utilizzo in Economia, come strumento di pagamento.
2. La moneta come prodotto finanziario
Il secondo modo di dar valore ad una moneta consiste nel lasciare che sia il mercato a deciderne il valore, ossia il prezzo. In questo caso la moneta è considerata prevalentemente come un prodotto, e come ogni altro prodotto seguirà la tipica legge della domanda e dell’offerta. Avremo quindi monete il cui prezzo (e valore) varia continuamente nel tempo, aumentando o diminuendo a seconda dell’andamento dei mercati, con movimenti spesso imprevedibili e difficili da interpretare. E’ il caso, ad esempio, delle criptovalute, in particolare quelle non stabilizzate come il Bitcoin, Ethereum etc.,, che vengono poste su particolari mercati finanziari chiamati exchange, centralizzati o decentralizzati, sui quali è possibile comprarle e venderle h24, 7 giorni su 7. Nelle criptovalute è quasi esclusivamente il mercato finanziario a decidere il valore delle diverse monete che vi si trovano listate.
Se consideriamo la creazione monetaria orientata prevalentemente ai mercati finanziari, come nel caso delle monete (criptovalute) fortemente speculative, è quindi il mercato stesso a deciderne il valore, istante per istante, con una volatilità più o meno accentuata a seconda delle situazioni. L’uso di tali monete come mezzo di pagamento è tuttora minimo in questa fase storica, per cui prevale l’effetto volatilità e l’interesse speculativo. Quest’ultimo, sempre nel caso delle criptovalute, risente chiaramente di tutto ciò che ruota intorno a tali “prodotti”. In alcuni casi contano i progetti sottostanti alla moneta, in altri casi l’interesse speculativo non ha nessun fondamento progettuale concreto ma dipende dai trend, dalle mode, da fattori emotivi, psicologici ed altri più o meno imponderabili o bizzarri.
3. L’arbitraggio ecomonetario
Nel momento in cui si crea moneta e la si mette a mercato finanziario, si presenta il duplice problema di come aumentare il valore di tale moneta, o meglio, il suo prezzo di mercato (inizialmente pari a zero, poichè creata dal nulla e senza alcun collaterale sottostante) e al tempo stesso di come prevenire attacchi speculativi da parte di certi operatori di mercato desiderosi di creare e sfruttare la volatilità per trarne profitto. Nel momento esatto in cui la moneta viene messa a mercato, cioè listata sugli exchange, il suo prezzo inizia a prendere forma e ad oscillare sia al rialzo sia al ribasso. E’ qui che entra in gioco la speculazione, in grado, in molti casi, di danneggiare seriamente lo sviluppo di una moneta e renderne difficoltoso se non impossibile l’utilizzo come strumento di pagamento nell’Economia reale. L’arbitraggio ecomonetario nasce esattamente con l’intento di agevolare progetti e incrementare il valore di monete esistenti e già listate su exchange CEX o DEX, favorendone un utilizzo esteso come strumenti di pagamento utilizzabili da chiunque.
L’arbitraggio tradizionale nasce invece come meccanismo attraverso cui il prezzo di un medesimo prodotto posto su mercati finanziari differenti tende, dopo un certo intervallo di tempo, a riequilibrarsi e livellarsi. Il concetto è molto semplice: si acquista il prodotto sul mercato in cui il prezzo è più basso e si rivende sul mercato in cui il prezzo è più alto, fino ad arrivare all’equilibrio dei prezzi fra i mercati. L’arbitraggio sfrutta quindi le piccole differenze di prezzo esistenti fra mercati diversi, relativamente al medesimo prodotto permettendo di trarne un profitto. Le differenze di prezzo fra i diversi mercati sono transitorie, poichè l’arbitraggio tenderà rapidamente a riportare i prezzi ad una condizione di equilibrio, a patto che i mercati siano connessi fra loro. In caso contrario, cioè con mercati disconnessi, sarà impossibile fare arbitraggio dato che non vi è modo di trasferire da un mercato ad un altro quel determinato prodotto finanziario.
L’arbitraggio ecomonetario, visto da vicino, è un nuovo tipo di arbitraggio, molto simile all’arbitraggio tradizionale ma con una differenza rilevante fra i due tipi: nell’arbitraggio tradizionale sono coinvolti differenti mercati finanziari connessi tra loro, mentre nell’arbitraggio ecomonetario i mercati finanziari sono connessi all’Economia reale. Una moneta soggetta ad arbitraggio ecomonetario assumerà quindi il duplice ruolo di prodotto listato sui mercati finanziari e al tempo stesso di strumento monetario utilizzato nell’Economia reale.
L’arbitraggio ecomonetario è di grande utilità poichè può essere utilizzato come strategia per portare il valore di una moneta ad un determinato prezzo desiderato. Tecnicamente si fissa un valore alla moneta, ossia si decide il suo potere d’acquisto nell’Economia reale. Il prezzo scelto funge da ancora nel momento in cui si andranno a connettere i mercati finanziari su cui è listata la stessa moneta. L’ancoraggio che abbiamo creato stabilendo un valore alla moneta servirà a fissare il potenziale superiore, mentre il potenziale inferiore sarà dato dal prezzo di mercato della moneta sui mercati finanziari. Di conseguenza, il potenziale inferiore è variabile istante per istante, poichè la moneta viene continuamente scambiata a prezzo di mercato fluttuando con una propria volatilità.
Connettendo ora i mercati finanziari con l’Economia reale, il dislivello esistente fra i due potenziali attiverà un flusso di moneta dal potenziale inferiore (mercato finanziario) verso quello superiore (Economia reale) tendente ad equilibrare i diversi prezzi secondo il principio dei vasi comunicanti, tenendo conto che il potenziale superiore è ancorato in modo fisso mentre il potenziale inferiore è libero di variare.
Nell’arbitraggio ecomonetario, l’ancoraggio del potenziale superiore risulta essere determinante. Se il valore di una moneta utilizzata come strumento di pagamento in Economia reale è superiore al suo prezzo sui mercati finanziari, gli operatori di mercato saranno incentivati a comprare tale moneta sui mercati finanziari (exchange) dove il prezzo è inferiore, e a spenderla nell’Economia reale al prezzo superiore da noi fissato. Il flusso unidirezionale di moneta dai mercati finanziari all’Economia reale continuerà finchè i due prezzi si saranno allineati in prossimità del potenziale superiore (punto di ancoraggio). All’equilibrio avremo due flussi pressochè uguali, in entrambi le direzioni, cioè il flusso di moneta dai mercati finanziari all’Economia reale controbilancerà il flusso di moneta in direzione opposta, dall’Economia reale ai mercati finanziari.
Nell’arbitraggio ecomonetario, tanto maggiore è il dislivello iniziale presente fra i due potenziali, tanto maggiore sarà la forza motrice in grado di muovere il flusso monetario dal mercato finanziario all’Economia reale.
Conclusione
Tutti e tre i modi qui analizzati di conferire valore ad una moneta risentono e sono soggetti al fenomeno della speculazione, anche se in misura differente a seconda dei casi.
Exit currency (EXIT) è una moneta che racchiude in partenza le caratteristiche ideali a renderla un ottimo strumento di pagamento. All’emissione, gli EXIT assumono da subito un loro valore nominale, ossia ne viene fissato il prezzo convenzionalmente. Inoltre EXIT è una moneta che non viene listata su nessun mercato finanziario, quindi la speculazione finanziaria è preclusa all’origine.
Nel momento in cui i possessori di EXIT tentassero, in seguito, di intraprendere attività speculativa sulla moneta, l’arbitraggio ecomonetario può diventare una risorsa utilissima da utilizzare in tali situazioni insieme ad altre opzioni eventualmente attuabili se necessario.
(Foto: Emil Barbarini, dipinto)