Le grandi difficoltà della transizione
Ogni volta che tentiamo di introdurre un nuovo modello economico – o in senso più ampio, una nuova visione del mondo – si presenta il problema di come affrontare la transizione e, al tempo stesso, come gestire i vincoli che ancora sussistono col vecchio sistema, il quale purtroppo impone determinate regole stringenti che consistono fondamentalmente in una serie di ostacoli burocratici e ricatti economici attuati dai governi, dalle grandi imprese nazionali e sovranazionali, dai gestori delle infrastrutture, dei servizi di pubblica utilità, delle forniture di energia e di materie prime, che si trovano, ancora oggi nella posizione di poter ricattare popolazioni intere, comunità locali e singoli individui attraverso cartelli, una tassazione – nel caso dello Stato – e l’utilizzo forzoso della moneta legale (Euro/Dollaro, etc..) Tutto ciò rende di fatto impossibile passare dal vecchio al nuovo paradigma in un unico passaggio, soprattutto se questo “nuovo” è ancora in fase di costruzione.
Uscire dal sistema esistente (la cosiddetta “matrix”) e trasferirsi completamente in un nuovo paradigma (potremmo definirlo “mondo felice”) richiede quindi un preciso percorso. E’ necessario scollegarsi gradualmente e depotenziare il sistema matrix fino al suo inevitabile collasso, come un sacco vuoto, e mentre assistiamo alla fine del vecchio paradigma ormai insostenibile e obsoleto, contribuiamo insieme alla nascita del nuovo.
Al confine fra due mondi
Implementare un paradigma a sovranità monetaria in un sistema che impone con la forza una propria moneta legale richiederà la capacità di gestire inizialmente in simultanea due monete e un’economia ibrida di transizione. Uno degli elementi chiave di cui tener conto è il grado di consapevolezza dei membri delle comunità coinvolte. Individui consapevoli si comporteranno, da un punto di vista economico, in maniera molto differente rispetto alle comunità tradizionali che già conosciamo, caratterizzate da un basso livello di consapevolezza, e nelle quali vige, per citare un esempio, il principio di non sazietà. Ma vi sono ulteriori atteggiamenti che differenziano una comunità consapevole da una fortemente radicata nel vecchio sistema matrix. Tali variazioni, che chiameremo gradienti, per usare un termine preso dalla fisiologia cellulare, devono essere tenute bene in considerazione.
Se è vero (ed è vero) che la matrix possiede sistemi di allerta e controllo allo scopo di preservare la propria integrità, lo stesso vale nel caso di un nuovo paradigma. Se immaginiamo, cioè, che vi siano punti di contatto e di interazione fra i due sistemi, certamente non vogliamo che le tossine prodotte dalla matrix passino nel cosiddetto “mondo felice” danneggiandolo. Al tempo stesso vogliamo però mantenere un’interconnessione e una certa capacità di movimento fra i due sistemi. La stessa biologia ci riporta all’immagine di una cellula e alla sua relazione con l’ambiente esterno. La membrana che avvolge le cellule è selettivamente permeabile, cioè permette il passaggio solo di alcuni elementi e, fra quelli in grado di passare, la stessa membrana cellulare è in grado di regolarne con precisione i flussi.
Non si tratta di attuare discriminazioni fra categorie di individui ma di impostare una fisiologia ottimale per il bene dell’intero organismo, l’intera società Umana e Naturale, proprio come farebbe una cellula sana e ben funzionante. La permeabilità selettiva permette di mantenere sana la relazione fra il vecchio e il nuovo paradigma, per tutto il tempo necessario a portarne a compimento la transizione.
Mentre il vecchio paradigma muore, il nuovo prende forma
La logica del buon senso vuole che il nuovo paradigma sia, per così dire, “un posto migliore” rispetto al vecchio, altrimenti nessuno sarebbe invogliato a sceglierlo (il nuovo), e a farlo crescere in modo consapevole e collaborativo. Se osserviamo le fasi dei grandi processi innovativi degli ultimi decenni, sia in prodotti che servizi, notiamo all’inizio una scarsa pressione dal lato della domanda, seguita da una fase di innesco della richiesta di quel dato bene o servizio, con una crescita esponenziale. Ciò è dovuto al fatto che molte persone, ad un certo punto, sembrano “accorgersi” che un’innovazione è realmente in grado di portar loro un grande beneficio e tornaconto. E’ a questo punto che si ha uno spostamento dell’interesse dal vecchio al nuovo, da ciò che è obsoleto a ciò che, invece, porta innovazione, da ciò che è in sfacelo a ciò che sta nascendo. E’ quindi normale che sempre più persone si spostino dal vecchio sistema morente al nuovo che prende forma. Per questo motivo è importante che la membrana che separa i due sistemi abbia una permeabilità selettiva, cioè lasci passare ciò che è utile al metabolismo e alla crescita del nuovo, ma blocchi il passaggio a tutto ciò che vi può recar danno.
Non solo. La presenza di una membrana selettiva risulta fondamentale nel creare gradienti fra i due sistemi, che possono essere sfruttati come motore (forza motrice utile). Nelle cellule, tali meccanismi sono detti pompe ioniche, (e più in generale, trasporti attivi e trasporti passivi secondo gradiente).
Due monete e due mercati
Nel mondo in cui viviamo e nella realtà di tutti i giorni, il nostro benessere, in ogni sua forma, dipende dall’economia. Economia significa: “le regole della casa”, e la prima casa siamo noi. Casa è anche l’edificio in cui viviamo, casa è il nostro paese o città. Casa è la nostra famiglia. Casa è l’intero pianeta Terra. L’economia è quindi qualcosa che permea nel profondo tutta la nostra realtà. Gli scambi economici sono fondamentali e preziosi, perché significano relazione, incontro, arricchimento reciproco, riconoscere ed apprezzare le diversità, Uno scambio fra due cose identiche equivale infatti ad uno scambio nullo.
E’ così che nasce l’economia reale, nella sua forma più nobile, e i mercati di beni e servizi ne sono l’espressione concreta. Per questo motivo, parlare di comunità significa necessariamente puntare l’attenzione sui mercati, da sempre il luogo di incontro delle persone, addirittura ritratti in bellissimi dipinti.
Immaginiamo ora due sistemi separati, ciascuno con un suo mercato di beni e servizi, ciascuno con una propria moneta. Se i due mercati sono intercomunicanti, chi appartiene ad un sistema potrà accedere al mercato del secondo sistema, e viceversa. Tuttavia, dato che ciascun mercato ha una propria moneta di scambio, sarà necessario dotarsi della moneta del mercato a cui si desidera accedere.
Per ciò che riguarda i mercati, possono verificarsi due situazioni alternative:
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- Se i beni e servizi che compongono i due mercati sono sostituti, i due sistemi saranno completamente autosufficienti, nel senso che gli appartenenti ad un sistema non dovranno attingere all’altro per procurarsi tutto ciò di cui hanno bisogno.
- Se i beni e servizi che compongono i due mercati non sono sostituti, allora ciascun sistema dovrà necessariamente attingere all’altro se desidera soddisfare ogni suo bisogno.
Dato che i due mercati utilizzano monete differenti, si presenta ora il problema di come procurarsi la moneta necessaria, qualora da un sistema si voglia passare all’altro, anche se temporaneamente. Se ammettiamo, ad esempio, che nel primo mercato, per acquisire i beni e servizi in vendita sia richiesta la moneta A come mezzo di pagamento, e nel secondo mercato, rispettivamente, sia richiesta la moneta B (diversa da A) come mezzo di pagamento, ci si troverà costretti, a seconda del caso, a procurarsi l’opportuna moneta a seconda del mercato in cui si va ad operare.
Antiporto monetario: significato e funzionamento
La soluzione ideale al problema della non autosufficienza dei mercati, che ha sempre reso difficoltosa la transizione a un nuovo paradigma, è l’ANTIPORTO MONETARIO.
L’antiporto monetario ha tre funzioni:
- Permettere lo sviluppo, la diffusione e l’utilizzo di una nuova moneta (in gergo definita come “adozione di massa”).
- Permettere lo sviluppo di un nuovo mercato reale, cioè di una comunità consapevole di persone che si pongono in relazione l’uno con l’altro scambiandosi beni e servizi.
- Far fronte in modo efficiente al problema della non autosufficienza di mercato.
Perchè possa funzionare, l’antiporto monetario richiede necessariamente la presenza di mercati non autosufficienti ma complementari fra loro. Con queste condizioni è allora possibile porre in relazione i due mercati e creare un antiporto monetario sfruttando i gradienti esistenti, a beneficio e vantaggio di entrambi i sistemi.
Qui l’obiettivo non è competere col vecchio sistema matrix bensì utilizzarlo – e al tempo stesso depotenziarlo – in modo da sostenere e agevolare la transizione al nuovo paradigma.
ANTIPORTO: Il trasporto attraverso le membrane cellulari di una molecola o di uno ione (riscontrabile sia nella diffusione semplice sia nel trasporto attivo), accoppiato al trasporto simultaneo, ma in direzione opposta, di una sostanza differente a opera di un’unica proteina di membrana. (cit.)
L’antiporto non è altro che una doppia porta girevole, molto simile a canali che regolano il passaggio di alcuni elementi da una parte all’altra della membrana cellulare. Detto più semplicemente, l’antiporto è simile alle macchinette distributrici in cui si inserisce una monetina, si gira una manopola ed esce una caramella mentre la monetina viene contemporaneamente depositata in un contenitore interno. In definitiva, si tratta di uno scambio selettivo regolato in modo preciso.
Il funzionamento dell’antiporto monetario è molto semplice: Fondamentalmente vi sono tre fasi:
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- Inizialmente occorre creare un nuovo mercato che renda incompleto il mercato esistente. Questo passaggio è fondamentale. Nel caso specifico, cioè la creazione di un nuovo paradigma, creeremo un nuovo mercato che renda il vecchio sistema non più autosufficiente.
- Questo farà in modo che si crei un gradiente fra vecchio e nuovo paradigma in termini di beni e servizi disponibili, con conseguente interdipendenza dei relativi mercati che, posti a contatto fra loro, porterà le persone a domandare all'”altro mercato” i beni e servizi a loro mancanti.
- Ciò si traduce immediatamente in una domanda di moneta, che abbiamo visto essere fattore vincolante per poter accedere all’uno o all’altro mercato, rispettivamente, e acquistare i beni e servizi desiderati.
Per fare un esempio pratico su territorio europeo, se intendiamo acquistare un bene o un servizio disponibile solo nel vecchio sistema matrix dovremo necessariamente procurarci EURO. Allo stesso modo, se vogliamo acquistare un bene o un servizio disponibile solo nel nuovo paradigma, il cosiddetto “mondo felice”, allora dovremo necessariamente procurarci EXIT.
L’antiporto monetario comporterà l’acquisto di EXIT con EURO, a tasso di cambio fissato convenzionalmente, permettendo così la creazione di una riserva in valuta legale da spendere all’occorrenza. E’ un sistema bilanciato e dal duplice beneficio, poichè permette, da un lato, alle comunità del vecchio sistema di uscire dalla sofferenza ed emanciparsi progressivamente, attingendo ad un mercato di qualità migliore, gestito da comunità consapevoli, in un nuovo paradigma a sovranità monetaria. Dall’altro lato, l’antiporto monetario permette alle comunità consapevoli di finanziare la costruzione del nuovo agevolando la propria transizione, facendo fronte alla carenza di determinati beni, servizi o infrastrutture, che inizialmente è inevitabile esserci, e facendo fronte ai ricatti economici da parte del vecchio sistema verso chiunque tenti di emanciparsi da esso.
L’antiporto monetario è uno strumento di transizione utilizzabile in ogni Paese del mondo contro ogni valuta legale. Esso diviene non più necessario nel momento in cui il nuovo paradigma è consolidato e raggiunge la completa autosufficienza e autonomia, sia economica sia politica. A quel punto, la nuova moneta va a sostituire la moneta legale del vecchio sistema ormai defunto.